I nemici della rete by Alessandro Giglioli Arturo Di Corinto

I nemici della rete by Alessandro Giglioli Arturo Di Corinto

autore:Alessandro Giglioli Arturo Di Corinto [Arturo Di Corinto, Alessandro Giglioli]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: BUR
pubblicato: 2011-05-27T22:00:00+00:00


Qualche principio basico

Ma perché delle buone leggi sulla rete vengano fatte, è necessario che l’Italia esca dal suo torpore, dalla sua claustrofobia, dalla sua paura del nuovo. Papa Benedetto XVI ha rimproverato i suoi collaboratori di non aver cercato su internet le informazioni sul vescovo negazionista Richard Williamson, la commissione Libertà pubbliche di Bruxelles discute da tempo sull’Internet Bill of Rights, la comunità internazionale – su richiesta delle Nazioni Unite – si riunisce ogni anno nell’Internet Governance Forum per affrontare i nodi dello sviluppo della pace e della democrazia attraverso i network digitali. Insomma, mentre le grandi istituzioni pubbliche e religiose, europee e sovranazionali, riconoscono direttamente il valore informativo di internet, la sua capacità di veicolare messaggi positivi e promuovere sviluppo e benessere, in Italia la libera manifestazione del pensiero sul web continua a suscitare reazioni che sembrano dettate solo dalla paura.

Un’aria che è iniziata a spirare con l’infausta idea di Ricardo Franco Levi di imporre la registrazione dei blog al Roc e che poi si è concretizzata nelle tante proposte di legge, alcune delle quali diventate realtà, di cui si è parlato in queste pagine. Un’aria che ha portato ad esempio la Corte di Cassazione, con la sentenza numero 10535, a confermare la legittimità del sequestro di alcune pagine web del sito dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc), su cui erano stati pubblicati messaggi di partecipanti a un forum sulla religione cattolica. Un’aria che da un lato è il frutto del riconoscimento del tremendo impatto sociale che internet ha nella società dell’informazione, dall’altro lato è il segno che la politica insegue questa rivoluzione con la sua agenda per rappresentare interessi particolari mentre gli utenti rimangono sempre un passo avanti.

Se infatti ogni giorno arriva una proposta di regolamentare internet in senso restrittivo, è difficile pensare a un’azione scoordinata e casuale: e spiegare tutto con l’ignoranza del legislatore non è sufficiente. Secondo Vincenzo Vita, vicepresidente della Commissione cultura del Senato, l’isteria censoria con cui la politica italiana si rapporta a internet è dovuta invece alla consapevolezza che ormai la rete «non è più cosa da hacker o da ricercatori, ma riguarda tutti». E proprio per questo, dice Vita, «invece di imporre sanzioni e gabelle che ne indebolirebbero il potenziale democratico è tempo di costruire insieme le regole deontologiche per un suo utilizzo armonioso e rispettoso dei diritti di tutti».

Il problema, quindi, non è semplicemente allontanare ogni ipotesi di legiferazione sul copyright, ma al contrario fare proposte che salvaguardino e stimolino il libero sviluppo della rete. Ha detto Lawrence Lessig nella sua lectio a Montecitorio: «I governi devono avere umiltà nell’affrontare la regolamentazione: non si può uccidere questa tecnologia, non possiamo impedire alle nuove generazioni di essere creative più di quanto eravamo noi, altrimenti le spingiamo verso la clandestinità, e questo è terribilmente corrosivo della democrazia di uno Stato di diritto. Chiediamo ai governi di essere maturi, sani di mente e non arroganti per capire che devono avere umiltà nell’affrontare la regolamentazione, non possono governare con la forza». Aggiunge



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